E' una mattina calda di inizi novembre, quando il Salento Express taglia la catena che chiude la linea ferrata antica e scende verso il porto. Lo sguardo curioso dei pescatori seduti sulla banchina a sistemar le reti e le nasse di giunghi appese ai cancelli del mercato del pesce accompagnano gli oltre 150 passeggeri che hanno deciso di trascorrere il ponte di ognissanti nella città ionica, nell'ennesimo viaggio del treno storico. La città brilla nella sua pietra dorata mentre i gabbiani stridono in volo. Nei vicoli della città vecchia, il sole sembra attenuato dalle mensole e balconi dei poderosi palazzi barocchi e rococò che circondano i gruppi in visita. Il museo diocesano raccoglie la fede di questa gente: confraternite e sodalizi che con abiti colorati percorrevano (e percorrono) le vie del borgo in suggestive processioni, fermando il tempo nell'attimo dell'infinito. Ecco allora che i costumi delle singole confraternite appaiono assieme a strumenti e oggetti tipici della Pasqua, periodo in cui questa città si copre della sua veste spagnoleggiante e arcaica, con gli incappucciati che con grossi ceri procedono lenti di notte tra le corti e i vicoli. E' poi il trionfo del barocco e dell'arte argentaria napoletana: un susseguirsi interminabile di calici, pissidi, ostensori e reliquari, di pregevolissima fattura, testimoni di un tempo in cui il trono e l'altare regnavano indisturbati nella magnificenza dell'arte e della ricchezza. Dalla luce della corte curiale, si scende giù nei frantoi ipogei, dove il lavoro delle squadre di marinai, come antichi alchimisti, traeva dall'oliva l'oro liquido... E' proprio l'olio la grande ricchezza di Gallipoli: una delle flotte mercantili più grandi del Mediterraneo, capace di servire di olio lampante tutte le più grandi città d'Europa. Storie di acqua e di pietra che si fondono e si affiancano. Una pietra grezza, dura, che non è bianca e molle come la "leccese". Qui è il carparo a combattere con la salsedine e la brezza marina. E il carparo sembra essersi automodellato nella facciata della cattedrale di S.Agata. Qui Zimbalo, grandissimo architetto barocco leccese, ha trasformato la dura pietra in una girandola allegra di angioletti e fiori, per custodire all'interno i grandi tesori della pittura. Luca Giordano, Giovanni Andrea Coppola, Nicola Malinconico, e poi Gian Domenico Catalano, Cosimo Fanzago, Giorgio Aver e Ambrogio Martinelli: grandissimi artisti che han reso celebre Gallipoli nella storia dell'arte. Una immensa pinacoteca barocca, quasi sui generis se rapportata alla versione "classica" leccese, fatta si scultura e cartapesta. Qui le tele aprono squarci di paesaggi immensi, sospesi tra il reale e l'immateriale. Nel Sant'Angelo del Coppola qualcuno rivede la lezione michelangiolesca del Giudizio, altri nel S. Isidoro ritrovano l'autoritratto del Giordano. Storie di uomini e pennelli che han colorato la vita di un secolo d'oro. E l'oro torna a risplendere sulle onde del mare, nel pomeriggio, sul seno del canneto. La piccola chiesuola di S.Cristina veglia sui pescherecci ancorati e le mani dei pescatori che riassettano le ultime reti. Il sole scende lento sull'orizzonte per tuffarsi in un mare estivo e cristallino. Gli sguardi dei bambini seguono i gabbiani che lottano per un pesce a fior d'acqua. Il Salento Express fischia, si torna a casa.
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Maggio 2023
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