Appena fuori la cinta urbana cinquecentesca, la preziosa chiesa dei santi Niccolò e Cataldo rappresenta un raffinato gioiello di architettura medievale. Il "Tempio di Tancredi" venne fondato nel 1180 dal conte d'Altavilla come probabile adempimento di un voto, analogamente a Guglielmo I a Monreale, ma forse anche come mausoleo privato. Riccamente dotati di privilegi feudali e di proprietà terriere affidate alle cure dei benedettini, la chiesa e il convento iniziarono a declinare in età sveva e angioina, per essere poi ceduti nel Quattrocento ai padri Olivetani che intervennero sulle strutture medievali. L'architetto Agnus, ricordato nell'epigrafe in facciata, ideò un'originale struttura a croce contratta dalle notevoli ascendenze borgognone, qui perfettamente fuse con elementi di lontana derivazione orientale. Dell'originario prospetto resta oggi ben poco: quando nel 1716 Giuseppe Cino intervenne a movimentare la facciata romanica, decise di salvare soltanto il rosone. Il prospetto appare scandito in verticale da lesene lievemente aggettanti che continuano anche nell'ordine superiore: grande rilevanza è attribuita alle dieci sculture raffiguranti santi dell'ordine degli Olivetani e, sopratutto, all'elaborato fastigio, vero e proprio capolavoro barocco, culminante con lo stemma dell'ordine. La volumetria esterna appare unificata nei suoi diversi prospetti da un'originale teoria di archetti ciechi alternati a lesene pensili. Questo motivo ricorre anche nel campanile a vela e nel tiburio con la singolare cupola "a bulbo" su tamburo ottagonale, di chiara ascendenza islamica. L'elemento più prestigioso è il portale principale, con la presenza di decorazioni fitomorfe nelle tre cornici, cui si aggiunge una quarta poggiante su pilastrini ottagonali e basamento, sembrando quasi avere la consistenza di un intaglio ligneo o di un pregiato stucco arabo. Ferdinand Gregorovius, grande storico tedesco dell'Ottocento e viaggiatore per eccellenza, definiva l'interno della chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo "uno dei più originali monumenti dell'arte normanna e quello che produce la più completa impressione di simmetria e spazialità classica". La singolare spazialità dell'interno è determinata dalla diversità delle coperture (botte spezzata e crociera semplice) e dei sostegni (pilastri, semipilastri, semicolonne). Il braccio longitudinale, suddiviso in tre navate voltate, è interrotto da un transetto poco pronunciato. Poco è rimasto dell'originale decorazione ad affresco: le pitture che animano la superficie interna sono in genere posteriori e risalgono al XV/XVII secolo. Glia altari barocchi, attribuiti a Mauro Manieri, ospitano due tele del pittore napoletano Giovan Battista Lama.
0 Comments
Your comment will be posted after it is approved.
Leave a Reply. |
Archivio
Maggio 2023
|
email: [email protected]
|
WL LIFE
WelcomeLecce Club WelcomeLecce Collection Carparo Experience CUSTOMER CARE Termini e condizioni tour Condizioni d'uso assistance travel Assistenza prenotazione Attivazione gift Reclami |
Copyright © 2013 /2024 ELVINO POLITI - GUIDA TURISTICA ABILITATA REGIONE PUGLIA - Partita Iva 05014640758 - IMPRESSUM |