"Rotolando in Terra d'Otranto" conclude le sue tappe ad Otranto, nella città più orientale d'Italia, la cui stazione, da perfetto capolinea, già coi suoi binari dà l'idea della fine di un percorso. Si percorre una delle linee più antiche del Salento, inaugurata nel 1872, sul tratto Bologna-Otranto: testimone di tempi in cui il convoglio ferroviario era sinonimo di partenze, alcune volte senza più ritorno. Il paesaggio che accompagna il viaggio sembra uscito da una cartolina: i laghi Alimini all'orizzonte contrastano col mare, circondato da una selva di ulivi e fiori di campo. Poi Otranto: città di acqua e sangue, di gloria e di sconfitte, come un'anziana signora dal volto solcato di secolari rughe figlie di gioia e di pianto. Il gruppo di oltre 150 passeggeri, tra cui moltissimi bambini di una scuola di Zollino, scende le scale della stazione, curiosamente posta al primo piano del palazzo. Si scende giù fino alla foce dell'Idro dove le grotte eremitiche testimoniano ancora il legame con l'altra parte dei mare: un cristianesimo di preghiera e silenzio, di candele e canti greci che ha modellato fino ai nostri giorni la cultura del Salento. Poi le imponenti mura, e qui torna ancora, incessante, la storia di Primaldo e dei suoi compagni, fedeli fino alla morte, di Colangelo pescatore e di Idrusa, destini intrecciati tra il fumo delle bombarde, del capitano Zurlo e Delli Falconi, tenaci combattenti come leoni... Poi silenzio. E nelle ampie navate della cattedrale la storia del mondo, come un film, torna a vivere nelle tessere del mosaico di Pantaleone, superba opera d'arte simbolo dell'incontro tra gli uomini e con Dio. Un salto al castello, proteso sul mare, e poi i bastioni, mentre all'orizzonte i monti d'Albania si stagliano contro un cielo che minaccia pioggia. ma che regala un mare verde smeraldo. Una sosta nella chiesetta bizantina di S. Pietro, sul luogo dove la tradizione colloca lo sbarco dell'Apostolo nel suo viaggio verso Roma, scrigno di arte bizantina e culla della storia del Salento. Cala il sipario mentre il sole all'orizzonte si perde dietro i colli mitici in cui ancora, dopo millenni, i fanciulli di Ovidio trasformati in olivi danzano attorno alle sacre pietre delle Ninfe. Il Salento Express fischia. Si torna a casa.
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Maggio 2023
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